venerdì 8 novembre 2013

non è che abbiamo smesso di scrivere. siamo solo in pausa riflessiva.
ah, non è che sto dormendo, sto solo riposando gli occhi.

lunedì 27 febbraio 2012

GESTIRE LE EMOZIONI

si dice che le emozioni non vadano annullate, ma gestite. lasciarle libere rimane pericoloso e controproducente. le emozioni sono un misto di fisicita', istinto, parole e pensieri. domare le emozioni deve essere una figata, uno scontro contro tutti, ma soprattutto contro se stessi. giochi di dominio, di intelligenza, di sensibilita'. centinaia di fattori e variabili che ti si scagliano addosso e che devi inserire nei giusti tasselli. e i tasselli non sono mai giusti, sono solo combinazioni del tuo sistema.
oggi ero tranquilla aspettando il mio turno, avrei dovuto parlare per due minuti di fronte ad un pubblico che aspettava di valutarmi, anzi ero arrivata ad un punto in cui fremevo per alzarmi dalla sedia e guardare la platea. e poi eccolo. eccolo il cuore che comincia a pompare duro. non va bene quando il cuore fa cosi'. poi anche il respiro passa ad un ritmo piu' esasperato e sale il caldo. e io con la testa piu' tranquilla al mondo mi son trovata a dover gestire un cuore forsennato. ma come si fa ad abbassare i battiti? ecco, ti dicono che devi gestire le emozioni, ma io, se riesco a tenere a bada la testa, non ci riesco con il corpo, che prende sempre il sopravvento. e quando e' stato il mio turno mi sono alzata con il ginocchio che tremava e il cuore che mi bombardava il petto. due minuti di presentazione con un ginocchio che smetteva di tremare solo se ci spostavo tutto il peso sopra. gestisci le emozioni. ma come si fa a gestire un ginocchio che parte per la tangente?
e con me e' sempre stato cosi', il corpo e' il primo a subire l'emozione, la testa capitola per ultima. la pelle si scalda istantaneamente. il massimo che posso fare e' tenere a bada il cervello, la voce e le espressioni del viso. lo sguardo e' complicato come gioco.
e poi ci son state le volte in cui le emozioni mi hanno mangiato viva. in cui tutto si e' appannato. le emozioni hanno preso il sopravvento su tutto, altro che gestione, altro che dominio. anarchia emotiva si chiama. ed e' bellissimo, ed e' bruttissimo, questo dipende dalla situazione.
e' quando l'orgasmo mi arriva fin al cervello, l'emozione sconvolge e non riesco piu' a controllare azioni e pensieri, in balia di una centrifuga universale. e' quando mi hanno chiamato isterica, come una bestia in preda alle fauci, che si dimena e strepita e scalcia accellerando e torturando la sua fine.
eppure, per quanto sia affascinata da questo dominio del proprio io, non posso negare che e' umiliantemente, crudamente, nudamente bello affogare nelle acque delle proprie emozioni, come estremo atto di liberta'.


domenica 12 febbraio 2012

AUTOELOGIO DELLA DOMENICA

ci sono domeniche in cui la neve e' alta cosi'. e poi c'erano anche sabati in cui la neve era alta cosi'. e poi ci sono settimane in cui la neve era tanta, troppa. e insomma, ti ritrovi a spalare come se non ci fosse un domani, mentre i pochi vicini che hai, pian piano cedono al calore dei termosifoni. e ti ritrovi come il vecchio si trovo' con il mare. tu e la neve. e la pala.una battaglia lunga ed estenuante contro la natura ed assieme ad essa. la neve alle ginocchia e quel viale di casa che non finisce mai. e i fiocchi bianchi che raccogli "ma quanti siete? quanti siete?" e in due settimane impari a riconoscere la diversa compattezza della neve. quando si appiccica alla pala, quando viene via a tocchi, quando si ghiaccia sotto ed e' soffice sopra, quando e' granitosa, quando e' schiacciata, quando si e' mischiata al fango.
e la stanchezza dei muscoli, della ripetitivita' del gesto. nei momenti in cui arrivi al traguardo e decidi di arrivare ancora un po' piu' in giu'. solo di qualche metro. e poi di quanche altro metro. e piu' sei stanco piu' vai avanti ancora di qualche metro. finche' la luce dice di si.
cazzo, sono fiera di me. donna corposa che scava la campagna. si, sono io, figlia di bormida. con i vestiti appariscenti, cappello e guantoni da freddo. i capelli scomposti e le gote rosse. brutta da farti innamorare. e li sento gli addominali che si sforzano, e sento i bicipiti che sprizzano forza e gioventu'. la schiena che si spezza e si ricompone. mi fermo, guardo mio padre, anche lui fermo. mica ci parliamo che il fiato bisogna dosarlo, e poi si riprende appena la schiena ha dato l'okkei. e mentre il corpo lavora, lascio la mente, che crei dialoghi, scene, situazioni. al futuro non ci penso mai. penso alle mie amiche che prendono la cioccolata. ai miei amici che al massimo levano la neve dalle ruote delle proprie macchine. penso alle comuni, alla vita di campagna, agli uffici. penso a quante calorie sto consumando. in due settimane di neve perdo chili. penso che sono una ragazza pigra, ma ho tanta forza di volonta' nascosta. le lastre di neve ultracompatta sono le mie preferite. bisogna spezzarle con un colpo secco di pala e poi un intero mattone di neve si scolla dal terreno. e' come tagliare del cibo. penso che stasera non usciro', di nuovo. mi sento un po' sola e per questo spalo la neve; per sentirmi un po' meglio. per sentirmi un po' fiera di come e chi sono.
e se stanotte nevica ancora....
vaffanculo, io domani dormo.

venerdì 10 febbraio 2012

quando torni a casa, e, togliendoti le scarpe trovi venticinque nodi ai lacci e pietre di mare tra il calzino e la suola vuol dire che e' stata una bella giornata.

sti gran cazzi... vuol solo dire che da brava ubriaca ti sei riallacciata venticinque volte la scarpa senza che ce ne fosse bisogno e che durante la tua camminata in spiaggia sei caduta cercando di saltare uno stupidissimo rigagnolo.

l'immaginazione e' poetica...la realta' e' comica.

martedì 7 febbraio 2012

OROSCOPO DELLA MINCHIA

sebbene sia gia' trascorsa la prima settimana, caro leone, aspettati esplosioni e rulli di tamburi per il resto del mese. la neve ti e' amica. solo lei. il vento siberiano ti soffia tra i capelli. e te li ghiaccia. e te li spezza. per gli ascendenti in acquario questo febbraio sara' come gennaio. marte si continua ad inculare venere, la luna e' stata catturata dai lati oscuri della forza e plutone ha deciso di fare un giro della morte con le tue influenze astrali. mercurio e' paraplegico, giove aspetta il suo turno per inchiappettare venere, e saturno, magico saturno, gioca a carte. il sole esplode nel segno del leone, grinta a palate, ate,ate,ate,te,te,e,e,e,e......
Riassumendo:
Amore: il raffaello e' migliore del mon cherie
Lavoro: il ferrero roche' e' migliore del pocket coffee
Salute: il raffaello e' migliore del ferrero roche

domenica 5 febbraio 2012


ti ho incontrato sulla punta del naso, incamminandoci di fretta sotto la guancia, ci siam fermati a riflettere, che era ora di pranzo. ben presto tornammo a scrutarci tu da lobo sinistro ed io nascosta dietro l'orecchio. era tempo di autunno e facemmo una corsa nel buio dei capelli un po' mossi. litigammo poi, all'incrocio di quelle piccole dita, fra l'anulare e il medio, tu arrabbiato ti sedesti sull'unghia e mi lasciasti da sola. partii per andare a trovare conforto, la' dove l'ombelico e' profondo. ti pentisti e mi cercasti nella bocca e sotto la lingua, mi cercasti fra i canini fin giu' ai molari. e non mi trovasti. io intanto piangevo allagando quel buco rotondo, stupida sciocca e' l'ascella la mia casa, calda e protetta. tu, stanco, riposasti li' dove nascono le lacrime. io ti trovai e ti dissi che era l'ora di merenda e scommettendo sui libri che non avremmo mai letto ci siamo diretti sui capezzoli. uno a testa per l'ingordigia che abbiamo. e poi ci siamo innamorati sul collo, facendo l'amore giu' per la colonna vertebrale, alle natiche ci siamo chiesti che ore fossero e tu continuavi a mordere le chiappe e non mi davi piu' ascolto. ti ho detto tra tre ore sul ginocchio sinistro che poi bisogna assolutamente valicare il polpaccio altrimenti viene buio. mi dicesti che il tuo posto preferito era la caviglia che ti ricordava l'infanzia. ti risposi stai zitto il tallone e' migliore perche' non lo conosce nessuno. tu scuotesti la testa, ma mi lanciasti un sorriso, senti lasciamo perdere il polpaccio, giochiamo a ping pong sulla pancia, che non l'hanno ancora prenotata. okkei ti ho detto, stanotte ti voglio abbracciare mentre guardo il soffitto. scegliemmo la fronte. che per dormire non e' poi malaccio.

sabato 4 febbraio 2012

una fra le cose piu' simpatiche che mi stanno accadendo in questo periodo e' quella di svegliarmi la mattina con i piedi fuori dalle coperte. e questi piedi che spuntano dal piumone li trovo molto buffi. trovo molto simpatica anche me stessa, troppo assonnata addirittura per tirarli dentro, questi piedi rimangono fuori in un che di incomprensibile. c'era stato un periodo in cui mi svegliavo a pancia in su con le mani incrociate dietro la testa. io a pancia in su non ci dormo, eppure era magnifico svegliarsi cosi'. aprivo gli occhi ridacchiando di me, come se fossi andata a pendere il sole in spiaggia. stavolta sono i piedi che son buffi. non rimangono freddi, ma il dispendio energetico per farli ritornare sotto coperta e' sempre eccessivo al risveglio. e ogni tanto, durante la giornata, mi chiedo perche', la mattina, i miei piedi sbuchino di fuori.