domenica 14 novembre 2010

finalmente l alta marea, l acqua che supera il cemento che si fa soglia di casa, turisti in passerella mentre le gondole annaspano, vaporetti e monumenti galleggianti, non si lascia spazio alla soggettività' questa volta. ha sempre il tempo di fumarsi una sigaretta pero', diciamo che si sta riposando i piedi. la possiamo trovare in milioni di fotografie sparse per il mondo. lei , la sua sigaretta ed i suoi stivali. mentre si ferma davanti ad una vetrina di occhiali, nell'istante in cui si lega i capelli. l'alta marea e' uno stile di vita in fondo. e' lo stile dell'onda imperfetta, lo scarto fra una camminata ed una camminata veloce. sbadiglia nell'istante in cui la prima goccia di pioggia si infila tra le ciglia, nessun vicolo, per quanto stretto protegge dal cielo. il primo ombrello che si apre. al momento pensa a come sia possibile affezionarsi ad un supermercato. e quel ponte che nonostante la geografia, si trova li' anziché' a la'. le maree hanno ritmi regolari, la superficie liquida si ritrae in assorbimento e inesorabile avanza. la vetrina di un negozio di lusso, lucida cromaticamente brillante e la sua vita universitaria. "abbiamo speso soldi in treno ed ore, rincorrendo coincidenze, sfogliando pagine abbiamo appoggiato la testa al finestrino per giorni. abbiamo visto pezzi di italia in velocità', in ritardo. ci siamo fatti una cultura grazie ai cartelli ferroviari, abbiamo dedotto usanze globali dormendo su divani osservando gente dormire su divani, respiriamo aria di camere non nostre vissute esagerate sporche, ci affezioniamo a supermercati, impariamo ad accendere fornelli a sentirci a casa in ogni cesso. ho acquisito un senso del orientamento temporaneo, che dura il tempo della sua utilità', dopo permetto che si smarrisca. conosco a memoria i dettagli di ogni scorcio fuori dalle finestre di quelle case, dettagli che sostituirò'. ho preso possesso di esperienze ed emozioni, me ne hanno rubate altrettante. me ne ruberanno ancora. la vita universitaria e' un continuo scambio che solo adesso capisco. quando ormai non lo accetto. la vita universitaria e' solo un eufemismo. anni in brodo, anzi un minestrone infinito, un grosso pentolone su fuoco sempre vivo, ognuno passa e ci butta dentro qualcosa, una carota, delle patate, una manciata di funghi, un minestrone storico di sapore genuino, tutti sono partecipi di quel minestrone, tutti ne fanno parte, chi ne rimescola gli ingredienti, chi mantiene la fiamma chi ne tira via un paio di mestolate e' un gioco comunitario di intima condivisione, mutuo aiuto. e allora ne scopri le regole, dal treno alle sbronze in piazza, gli sguardi fugaci e maliziosi, le tessere delle biblioteche che non sono tue, la pavimentazione di ogni strada di ogni città', i viaggi immaginari, gli zaini e i borsoni le feste in casa anche se le odi le confidenze a persone non amiche i pensieri che non stanno mai fermi che mutano camaleontici, le emozioni i posti segreti le bettole i discorsi seri le birre offerte i coinquilini che non sono i tuoi i baci. fine. non hai possesso di nulla. non e' roba solo tua, stolta. quello che ricevi equivale a quello che sei disposto a dare. non sei più' in possesso di nulla, non lo sei mai stata. con stupore disarmante hai capito che se vuoi quel minestrone devi cedere l unicità' di quel minestrone. non sei più' padrone. non esiste l esclusività'. non sei l artefice delle tue emozioni,dei tuoi sentimenti, come non sei tu il creatore ultimo di quel minestrone, tu sei una goccia, un po' di pepe…devi saperci giocare, devi saper mescolare. e sono anni di treno, anni di stazioni e di stanze sconosciute e di città' straniere…"

l alta marea arriva alle caviglie, l acqua che filtra tra le calli, l alta marea sale fin sopra il livello del cuore, se si infila in quel vicolo eppoi svolta a destra lo sa che ci sarà' un po di spazio solo per stare in piedi ferma, senza spintoni. meno male che ha i suoi stivali. e oggi e' la prima volta che vede l alta marea coprire una città', e oggi e' la prima volta che pensa che le sue avventure universitarie non sono le sue, ma sono avventure universitarie, il suo minestrone e' un minestrone universale. i suoi giochi, non sono mai stati i suoi.

dovrebbe essere felice, ma questa egoistica illusione, in fondo, la faceva star bene.