lunedì 26 dicembre 2011

io mi chiedo come cazzo faccia la gente a permettersi di dire che odia il natale. falsi ipocriti. stronzi battezzati miscredenti e consumisti nella vita, alternativi solo nelle feste. pippatevi la vostra mediocrita', celata da libertinaggio antisociale. voi senza la societa' piangereste lacrime amare.

"i regali a natale e' consumismo" e allora fammene uno a mano ogni cazzo di giorno e sta zitta, stronza.


mercoledì 21 dicembre 2011

ieri sono andata a lavorare al bar.

e' entrato solo livio. che ha continuato a chiamarmi nicodema tutta la serata.

e non aveva soldi, e voleva il vino.

poi voleva andare in vietman con il fucile. e io gli ho risposto che era in ritardo di una trentina d'anni. poi diceva che ero brutta, poi diceva che ero bella.

fattosta' che sono andata a lavorare al bar e non e' arrivato nessuno, tranne livio.

e faceva freddo.

e livio rompe le palle tantissimo, porta un'arma nella tasca: un lucchetto.

"e' pesantissimo e se arriva qualcuno glie sfrigio la nuca"

sono stata dietro il bancone 3 minuti, due per imparare i prezzi delle sbornie e uno per dimenticarmeli.

livio c'hai i capelli lunghetti spalmati all'indietro che mi fanno senso.

e' un po' gobbetto e si sara' allacciato le scarpe almeno 5 volte.

che per un ubriaco direi che e' stimabile.

livio se lo fisso negli occhi dopo un po' cala lo sguardo, accenna ad un sorriso di imbarazzo, poi se ne viene con una stronzata. e quindi ho capito che a livio gli devi silenziosamente guardare negli occhi per mettere a disagio tutta sta sua molesta ubriachezza.

e il tempo e' passato fra una canzone anni sessanta e una anni settanta. poi anche i korn.

sono andata a pisciare di sotto un paio di volte, dopo un paio di birrette. ho svuotato i posacenere, buttato cartacce. ho pensato che sotto con il riscaldamento si può' fare una bella cosa. poi ho avuto freddo e sono tornata sopra.

livio ha rotto un posacenere. un corpo senza equilibrio segue una mente senza equilibrio, o viceversa.

alle due ho deciso di andare a casa.

ho salutato livio.

sabato 17 dicembre 2011

spirito libero di conservazione.

vostri, nostri, tuo.

passaggio in macchina.

zainetto con scarpe da ginnastica.

argento grezzo sciolto.

"in ogni caso nessun rimorso".

sottilmente accade, sempre lui accade.

bombardiamo gli archi di trionfo.

francesismi.

nei tuoi occhi non ho visto i miei.

peccato.
io sono quella fra froid e jung.
quella che si inventa le bugie senza scopo.
sono anche quella che si prepara uno zainetto per la notte. e la notte non esiste.
sono quella che esce di casa con una sicurezza.
e sono quella che torna a casa che la sicurezza e' sparita.
sono quella che ti faccio una sorpresa aspettami...
ma anche quella che alla gente non interessa, questo tipo di sorprese
sono quella con il pellicciotto di peluche.
che mi faccio tenerezza
mista a delusione.
sono quella ragazza che ti delude e si delude contemporaneamente
che ti scaccoli davanti perche' noiosa
e ti guardo inferocita
eppure hai vinto sono noiosa.
sono quella che debole
e ti faccio un culo cosi'
quella che ama i bugiardi.
terroni che ti mettono incinta.
mentre i milanesi no.
ma che cazzo vuol dire?
sono io,
che in un frangente,
ho perso ancora una volta tutto il mio coraggio.
perche' un no, arriva sempre dritto.
e punge da morire.

martedì 6 dicembre 2011


e la montagna che ci crollava addosso e tu corri, corri forte per favore. esci dal lato buio della favola. che ci si raggiunge più' in la dove c'e' l'attaccatura dei capelli.