martedì 10 agosto 2010

A PROPOSITO DEI DIRITTI DEGLI AUTOCTONI A DISCAPITO DEGLI ALLOGENI

ke insomma leggi e la melodia ke viaggia nelle orekkie e' tipo sdolcinatamente tragica. una pateticita' melensa di quella ke ti si appiccica sulle dita quando quella cazzo di caramella sciolta non si stacca dall'involucro. e le frasi sono tipo, grazie per avermi spaccato il cuore adesso la luce entra, oppure voglio un foglio bianco per scriverci ti amo oppure i like the way it hurts. yay..direbbe un fumetto. e con la bocca ke s arriccia emetti un borbottio interno di quelli ke vogliono solo dire, ma andatevene affanculo. e insomma continui a leggere e ti concentri per la durata di tre righe e 22 parole keppoi hai come la sensazione di saltellare tra le vocali di una lettera aperta a donna moderna. stavolta il borbottio diventa un grugnito, roar direbbe un fumetto. ma poi all'ultimo risultano vicenti le cose stile irene grandi e le lettere a donna moderna. ed e' li ke ti abbracciano e tu rifuggi come da piccolo avresti preferito morire piuttosto ke essere stretto pacioccato e ammorbato da quella zia grassa e viscidosa. ma ke volete da me oh? ma statevene kiuse li dentro la radio e dentro il giornale, io non sono mica come voi anke se vi ci assomiglio. io son solo scivolato, attenzione, si vabbe' mi sono sfracellato cadendo, ma hey non provateci a saltarmi addosso ke puzzate di zukkero filato rancido. ti destreggi in una lettura sempre piu' in bilico...uuooaa uuooaa...e quelle canzoni non finiscono, ma ke vi e' preso a tutti? mollatemi.

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