mercoledì 27 luglio 2011

LA QUESTIONE DEL CAFFE' E DEL FESTIVAL METAL IN VAL BORMIDA E DEL NUOVO SINDACO

osiglia babe.

leggo dell'esistenza del surf stand up. hanno organizzato gare e dimostrazioni a venezia sotto i ponti e pure a bergeggi. a osiglia e' in data 4 settembre, ma già' e' sul rischio di saltare. che io non lo permetterei, ma qui a me mancano i mezzi e, lo ammetto, probabilmente anche delle capacita', ma quest'ultima mancanza e' pressoché' normale. il surf stand up lo si pratica pagaiando. ridete poco. qui abbiamo 3 chilometri di lago. centinaia di ettari di bosco e 400 abitanti. da qualche giorno penso che vorrei fare il sindaco. il sindaco di un paese di centinaia di ettari di bosco, 3 chilometri di lago e una manciata di abitanti. anche se non so fare il caffè' buono. sarei un sindaco propositivo, mi fisserei un paio di obiettivi, tra i quali discesa per i sentieri in mountan bike e birretta sul lago. piazzerei la bandiera dei pirati e promuoverei bbq giornalieri. ridete poco. queste cose esistono. e chissene frega se di soldi non ne fai poi troppi. promuoverei il mazut, non ostacolerei la creazione di un'associazione sportiva all'imbarcadero, darei da fare alla pro loco e mi incastrerei nei nodi burocratici per ottenere i permessi dalla provincia per utilizzare i motori sul lago. questa e' l'idea, la pratica invece e' che non so fare il caffè'. che io ci sono rimasta male eh, sia ben chiaro. che il caffè' la prima volta ti viene una merda, la seconda così' così' ma la terza infine esce bene. il mio caffè' ha sempre un problema e non riceve mai un incoraggiamento. la mancanza sprono e' una cosa davvero sporca. dimmi una cazzo di volta che il caffè' e' buono. cosa stai a buttare giù' le persone per un caffè'. che poi con il discorso che anche per lavare i piatti ci vuole esperienza, hai buttato al cesso tutta la tua costruzione di alternativa saggezza. per lavare i piatti ci vuole esperienza? ma vaffanculo. e oggi ti ho fatto bere un caffè' non mio, ti ho chiesto com'era e hai fatto una faccia schifata. io son stata zitta e ho capito chi sei. e di due vecchi mi sono teneramente innamorata, come ci si innamora di una pecorella smarrita. con loro faccio volentieri due chiacchiere e offro un mio sgocciolante caffè'. lui suona la chitarra e il basso ed e' il musicista più' modesto e genuino che abbia conosciuto. ha dei dentini sopra piccoli piccoli e rovinati, una vocetta e un barboncino nero che fanno sorridere. e quando suona si prende in giro e quando mi ha raccontato di quel capodanno che tutti applaudivano e lo prendevano in braccio, avrei voluto prenderlo in braccio pure io. la sua di modestia non e' mai forzata o ritoccata. il secondo vecchio e' ciccio di pancia e gli manca un pezzo di dito di non mi ricordo quale mano. nulla in lui spicca. e io non riesco a capire il perché' mi stia simpatico.

che le donne qui mica mi parlavano, non si sono mica presentate e sono quasi tutte molto brutte e molto più' vecchie dell'eta' che hanno. anche io non sono di quelle che ti vien subito a fare bisboccia. ti lascio stare pero' ti sorrido. e adesso mi vogliono bene o almeno così' sembra. a me non importa mica se mi sparlano dietro. c'e' roba più' grossa di cui spettegolare. tipo il primo festival metal della valbormida. machete festival. e i metallari con toppe e pantaloni di pelle a bestemmiare nei boschi. che secondo me si può' bestemmiare in città' ma non nei boschi. anche i miei boss hanno detto male parole nei confronti del festival e del circoletto del tennis che lo ospitava, ma a me non e' sembrato giusto dal momento che i miei boss questo tipo di ingiurie le subiscono sempre.

insomma, io se fossi il sindaco di questo paese mi comprerei un jeepozzo suzuki militare, un cane da caccia, mi tatuerei la schiena e farei la colazione a suon di focaccia e succhi di frutta.

che tutto dipenderà' dal mio caffè'. il giorno che mi verra' detto quanto e' buono io mi fermerò' qui.

sabato 23 luglio 2011

il vento tira forte stanotte.

osiglia babe.

che poi io, in fin dei conti, volevo finire a bormida. in quella casa che marcisce ogni giorno. in quella casa che puzza di millepiedi, ed e' sporca ed e' brutta e la lavatrice di trent'anni fa che non funziona e gli scoiattoli fanno ogni notte la danza tribale in mansarda. ma cari miei, una via lattea così' voi non l avete mai vista. l'odore di bormida. mi vien da piangere solo a pensarci. di libri gialli umidi, di foglie di castagno di polvere e millepiedi, profumo di nuvole appena strizzate, di armadio vecchio e di maglioni indossati. bormida senza speranza. bormida rimarrà alle cavallette e nei ricordi. in tutte quelle pedalate. morirà' tra gli abeti e di fronte alle ortensie. l'unica croce che abbia mai baciato, sta li sopra, che di partigiani ne son morti tanti in mezzo a quei boschi. e di funghi ne nascono altrettanti. oggi si va via e non si torna più. si risale quel sentiero nascosto e impervio solo per tenersi aggrappati. tenersi aggrappati a quell'odore di millepiedi, a quel cielo che ti lascia la gola secca. gli americani si son presi il posticino dove nascono i mirtilli, pero' a noi importa poco, scavalchiamo il filo spinato e se ci beccano la parola d'ordine rimane sempre la stessa. ma non ve la dico. una volta ho visto addirittura la corsica, ma era di quelle giornate che sono un premio, che non succedono più'. e comunque bormida e' la mia casa, anche se non ci ho mai vissuto, e quegli abeti sono i miei fratelli. e se ritrovo le due pistole me le porto giù', che se io sono qui adesso e' perché' anni fa con il mio accento piemontese giravo per i prati con due pistole infilate nei jeans.

giovedì 21 luglio 2011

ciao, guarda che io ti ascolto sempre, anche quando non parli.

ciao, anche se non ho mai scritto il tuo nome sul diario di scuola

ciao, lo sai che oggi il lago fumava, una lucky strike, sotto il sole?

ciao, anche quando faccio finta di fare qualcosa, di poco importante

ciao, ho imparato a navigare il kayak li, in quella pozza al sud italia

ciao, oggi valentina ha beccato la maglia ad una signora, io ridevo

ciao, sandra mi sta finendo il credito sul cellulare, chiama in Africa

ciao, mi mancano alcune cose, dei soldi per esempio, e una macchina

ciao, sandra ha portato nella sua nuova vita solo uno zainetto

ciao, ti saluto intanto che i giorni passano,

ciao, ti preparo un cappuccino un po' bruciato

ciao, se non scrivo un romanzo qui, adesso, non lo scriverò' mai più'

ciao, ce l hai un racconto da prestarmi?

ciao, comunque ti aspetto, anche dietro l'angolo.