venerdì 3 settembre 2010

MA ANDATEVI A BERE UNA BIRRA!

il punto e' questo:
io libri scritti da donne non ne compro mai
mia madre compra quasi essenzialmente libri scritti da donne.
per entrambe non e' propriamente una scelta consapevole e deliberata. adesso io non lo so bene come mia madre scelga i libri. io, seguo diverse variabili.
essenzialmente direi che questa diversita' fra la sottoscritta e la madre della sottoscritta, semplicemente capita. entrambi scegliamo consapevolmente ma involontariamente i sessi opposti.
la scrittura fra uomo e donna e' diametralmente opposta. e adesso trattare di scrittura diventa complesso, molto complesso. allora cercando di semplificare, puntiamo il dito sulla casella del linguaggio. oddio non che una discussione sul linguaggio sia meno complessa anzicheno'.
il linguaggio giustappunto e' uno di quei campi a cui solo ultimamente mi sono avvicinata provando piu' che discreto interesse.
se fino a qualche tempo fa leggevo per il succo adesso mi innamoro della forma, e da qui miseriaccia mia vacillo sul filo, quello che se perdi l equilibrio esci dal tracciato e non deve succedere. quindi se sia piu' importante il succo giallo fresco di aranciata, o se sia piu' gustoso il succo giallo fresco d aranciata con tre cubetti di ghiaccio in un bicchierone ampio con la fettina d arancia ricamata sopra e' un quesito che mi fa vacillare. ed un ipotetico professore del liceo ci scriverebbe appunto un appunto del tipo: ma ke minchia c entra il succo d arancia in un tema sulle prospettive di linguaggio con relativo approfondimento sulle dinamiche linguistiche tra autori di sesso opposto?!
e io gia' lo so che cado nello stesso identico errore di sempre. quello che io mi perdo cazzo.
insomma. mia madre preferisce una scrittura al femminile ed io una al maschile.
la differenza c'e' ed eccome se c'e', partiamo dalla donna. e partiamo da una premessa. la premessa e' questa: oggigiorno non leggo solo libri. oggigiorno leggo un po' quello che trovo, soprattutto quello che trovo sul web. mi piacciono i blog anche se li detesto. li leggo e ne cerco sempre di nuovi. insomma vi spio ma altrettanto mi faccio spiare. non lascio mai commenti se non in rare occasioni. insomma per i blog non faccio troppa differenza o selezione, leggo cio' che mi capita a tiro, se mi annoio altro click altra pagina. questo per dire che il blog ha, come dire, azzerato i miei canoni di "scelta per sesso". ed e' per questo che srotolo il mio pensiero su come scriviamo noi e come scrivono loro.
la donna non c'e' dubbio e' enigmatica, sempre assolutamente. e su questo non ci piove. la donna non trovera' mai i termini adeguati per esprimere la propria anima, le proprie sensazioni. e spinta da questo desiderio d espressione scavera' a fondo cercando il termine che le si addica, che sia il suo. e' sempre un tormento di parole, bufera tempestosa di aggettivi e sostantivi che sembravano perduti. una rincorsa di metafore. avvolte sembra accennare, ma non e' cosi', e' sempre un dire. perche' quello e' precisamente quello che esce fuori cosi' come sta. non esiste altra forma. la si potrebbe percepire come incomprensione (d altronde io sostengo che sia la donna ad essere la piu' irrazionale, seppur nel profondo). e pertanto non riuscendo a schematizzare catalogare gli istinti, si perde in analisi complesse che vorticosamente sfociano in poesia e tagli. la donna e' la prima a non saper decifrare perfettamente le proprie emozioni e la sua scrittura e' cosi', e' una scrittura che esplora e che porta in superficie fossili irriconoscibili a cui cerca di dare definizioni. come quando si cerca di descrivere un qualcosa di speciale, tipo un tramonto, ma le parole sole cielo e nuvole non bastano e allora e' uno sforzo per rendere speciale qualcosa che non e' nato per essere speciale a parole. e la donna scava scava sia nel linguaggio che dentro di se', e' sempre un grattare la superficie. e lei e' particolare per questo, si distingue per il suo grattare, il suo esplorare anfratti alla ricerca. ricerca di cosa? non si sa l importante e' cercare. ed e' anche per questo che togliendo il primo strato di forma letteraria, la nostra espressione risulta la medesima. il nostro scrivere e' un intruglio, una pozione, un mistero un gioco di interpretazioni e verita'. ogni riga e' come se urlasse "capiscimi ti prego, entra dentro la mia forma, non ci riuscirai mai, e anche se ci riuscissi non ne uscirai mai"
l'uomo. una scrittura da spalle contro il muro. l uomo coglie il concetto piu' arduo, se vuole ci gira intorno, se vuole si intorta anche un po' su se stesso, ma alla fine arriva. il concetto arriva sempre limpido chiaro e cosi' evidente da far paura. in questa scrittura ogni tipo di sensazione, espressione salta fuori comprensibilmente. non importa quali sfaccettature abbia perche' tu inequivocabilmente individui quella proposta.e questo non vuol affatto dire che sia una scrittura scarna, lungi da me. anzi e' spesso molto complessa ma non si perde nei significati. se e' fame e' fame, se e' rabbia e' rabbia, se e' rabbia istintiva e' rabbia istintiva e se e' vendicativa e' vendicativa. insomma non e' un' infinita ricerca di sfaccettature che via via eludono il fulcro narrativo. quando dico da spalle contro il muro, intendo che l interpretazione non e' un gioco infinito. l interpretazione propone un numero kiuso di variabili e tu ti immedesimi in una di quelle. fine. ti cedo questa sensazione cosi' come te la presento. se la provi bene, altrimenti un po' forse ho fallito, ma non mi contorco in spasmi letterari al fine di farti giungere qualcosa che comunque non ti arrivera' mai. e' una scrittura forte ma allo stesso tempo raggiungibile, e nella sua apparente mancanza di complicazioni e' allo stesso tempo variegata, difficilmente ripetibile. sembra quasi una contraddizione. ma io trovo ke la scrittura femminile nella sua ricerca intima ed infinita appaia comunque piu' omologata di quella complessa ma pura maschile. e' come se la donna girasse sempre intorno a se stessa producendo frullati stellari, l uomo dritto, obliquo a zig zag, saltellando zoppicando parte da un punto ed arriva ad un altro, non importa come, ma ci arriva. ma c'e' anche da dire che loro un frullato come il nostro difficilmente lo sanno fare...

mia madre preferisce frullarsi, anche lei diventando componente di questo frullato...complicita' fra ingredienti.
io preferisco una cosa stile freccia al cuore che zac, la sensazione ti entra dentro precisa e non hai dubbi. ma ahime' o evviva anche io sono, per natura, una frullatrice pazza.

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