domenica 10 ottobre 2010

MICA NOCCIOLINE

un certo Rawls che di nome faceva John, un giorno di pioggia, era intento a leggere gli ultimi suoi appunti e mentre li sfogliava aggiungendoci i numeretti sulle pagine in alto a destra, ecco che gli passa per la testa una definizione, originale quanto paradossale; "utopia realistica".
adesso non sto qui a raccontare quanto un cert' altro personaggio di nome Kant abbia influito su tutto questo arrovellamento di definizioni, fattosta' che John si prese bene. antinomia. si, l'utopia realistica e' un'antinomia, il che significa che ci sono due termini l'uno il contrario dell'altro che pero' assieme non stonano, ma anzi danno un risultato. Insomma John se la credeva, che gli era arrivato il pensiero della vita e straccio' gli appunti che stava riguardando fino a pagina 26 e il resto li tenne un po'sparsi sulla scrivania di faggio. Insomma secondo lui l'ideale puo' diventare realta', almeno in termini di giustizia sociale equita' e ovviamente politici. il diritto dell' individuo e i diritti degli individui che messi assieme diventano popoli e' qualcosa di non reale, ma che se ci impegnamo tutti in egual misura ci riusciamo. Al mitico Rawls importava dimostrare che una societa' giusta puo' effettivamente esistere, che l 'ideale puo' essere toccato, per dirla a parole povere che il sogno puo' diventare realta'.allora si mette di impegno e pubblica il suo libro, intitolandolo niente popo' di meno che Il Diritto dei Popoli. Il nostro John non era affatto uno stolto, come si puo' capire, vi faccio un esempio, lui e' uno di quelli che quando si parla in compagnia di filosofia ad esempio, interrompe la conversazione si alza e va a chiedere una penna (che non restituira' mai) e torna per prendere appunti in ogni dove, dallo scontrino al fazzoletto per il naso, che gli amici sono tutti un ooohhhh geniale! e sono allo stesso tempo invidiosi di non averci pensato prima loro e lusingati perche' le loro filosofate meritano un retro di scontrino. Dunque Johnny per prima cosa appunta, no Stati ma Popoli. e qui vedi lo zampino dell'utopia. poi per secondo appunta, con elenco a seguito, 4 categorie di popoli, e qui invece c'e' lo zampone della realta', perche' in pratica la lista vede in successione, popolo buono, popolo buono ma un po' disorganizzato, popolo cattivo, e popolo poveretto e sfigato. Poi Johnny fa due freccette e in questo modo collega le prime due tipologie con la definizione di utopia realistica, la terza tipologia fa una freccia piccola e ci scrive vicino "bleah non ci sta speranza" e la quarta fa un giro di frecce mutuate che vogliono solo dire "il collegamente lo tiro fuori bene dopo". l' utopia realistica prende forma. Il nostro Rawls, che sui libri ci ha passato la vita e sa bene come funzionano le cose, si rendeva ben conto che attorno a lui si aggiravano plotoni di sociologi e frotte di antropologi, insomma pensatori dell' uomo pronti ad azzannargli le caviglie e mettere alla berlina le sue teorie appena fossero state pubblicate. dunque come ogni bravo filosofo, fece cio' che ogni filosofo fa per proteggersi il sedere, tira fuori dal taschino l'ipotesi. l'ipotesi e' quella cosa che ti permette di formulare qualsiasi teoria te voglia senza che l'antropologo venga li e ti dica "ma guarda che..." perche' tu prontamente lo interrompi e dici " l'ipotesi e' che..." e in questo modo il mondo si ferma. insomma l'ipotesi di John si chiama il velo d'ignoranza. cioe' i popoli presi in considerazione che vogliono raggiungere il loro utopico livello di giustizia non sanno niente di loro stessi, non conoscono bene i confini il livello di ricchezza, vivono in un mondo un po generico, ignorano molte cose, e ignorando molte cose difficilmente gli individui si credono piu' fighi degli altri individui. dunque sociologo stai zitto, pensava Rawls. Fondata l'ipotesi il nostro egregio professore poteva starsene al sicuro sognando il suo mondo di giustizia occidentale che pero' contemplava in maniera approssimativa anche un mondo non occidentale. Poi, avendo capito che ormai aveva il vento in poppa e nemmeno sua moglie avrebbe potuto fermarlo, si sedette comodo con un cuscino sotto il culo di fronte al suo pc, lontano dalla finestra che altrimenti le immagini del vero modo avrebbero potuto distrarlo, alla destra aveva il tomo di Montesquieu, alla sinistra troneggiava La Pace Perpetua; era al sicuro. Decise che cosa opportuna e buona fosse partire per tappe. Nulla si ottiene subito, lavorazione e impegno e soprattutto organizzazione. Stabili' quelle che erano le due posizioni originarie, idea poco innovativa, almeno la prima di posizione, ma pur sempre efficace. insomma il primo step dei popoli consisteva nella loro tendenza ad associarsi e organizzarsi fondando i tanto amati Stati. E certo, John voleva puntare all'ideale, ma esiste l ideale okkei e l ideale un po' esagerato, un governo mondiale sarebbe stato esageratissimo. I nostri audaci popoli ordunque proprio perche' ignorantelli si sarebbero seduti in cerchio e avrebbero deciso di aver bisogno di un entita' statale che facesse le loro veci. Primo step superato. Il secondo step era fondamentale e John si prese un attimo di pausa andando a farsi un te'. Tornando con la tazza fumante in mano si autodiede una pacca sulla spalla, alzo' gli occhi al soffitto e disse, sentendosi anche un po' ridicolo, "Kymlicka, Dworkin, e adesso statemi dietro...". La seconda posizione originaria doveva essere il perno della sua grande teoria, il momento in cui i popoli ormai suddivisi e riuniti in Stati avrebbero deciso che tipo di governo, che tipo di giustizia che tipo di definizione volevano come etichetta. e per logicita' razionale dell'uomo, tutti avrebbero dovuto scegliere una democrazia equa, una democrazia di diritto. Che senso avrebbe per i popoli che poco sanno di loro stessi scegliere l ineguaglianza, la dittatura, quando la via piu' ottimale e' quella democratica di giustizia? Utopia, utopia realistica, realta'.
Jhonny fu soddisfatto. Aveva si', il blocco di note con tutti i contro elencati uno sotto l'altro, tutte problematiche che avrebbe dovuto risolvere, alcune sottolineate doppiamente con il pennarello rosso, altre solo marginali, sarebbe stato un lavoro duro, ognuna di queste questioni sospese avrebbe potuto minare la sua illuminazione. Pero' Rawls ne era certo... aveva imboccato la strada, sterrata, impervia, avrebbe dovuto aggirarsi coscienziosamente fra i sentieri del dubbio e del sapere, avrebbe dovuto difendere le proprie costruzioni, avrebbe dovuto affrontare con umilta' le contraddizioni i paradossi, avrebbe dovuto bere molte altre tazze di te', litigare con la moglie, leggere, sottolineare, citare, fare e disfare. Ma Rawls avrebbe contribuito, avrebbe contribuito a spingere il pensiero umano, ancora una volta ancora al di la' della soglia.

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