venerdì 28 ottobre 2011

volevo scrivere di cibo. io, pressapochista buongustaia, mangiatrice di alimenti insalutari, cuoca ne' dentro ne' fuori. io che il cibo fino a qualche tempo fa lo pensavo come sostentamento, che l'enogastronomia era solo una parola difficile. io che d'altronde sono ancora cosi'. ma.
ma ecco che da un momento all'altro, cosi' come nella mia carne, il cibo si e' infilato nei miei ricordi. il cibo ha iniziato a battezzare le mie abitudini, a farmi sorridere, a farmi godere di momenti memorabili e poi, anche lui, si e' andato ad aggiungere alle mattonelle del mio carattere.
che per essere onesti, non ho mai capito e anche un po' disprezzato, i discorsi sull'importanza del cibo e dei pasti nella vita sociale ed individuale.
e poi apri il frigo, e quella confezione e' tale e quale a quella della cheese cake cinese che compravi ogni giorno e riuscivi a mangiare nell'arco di un paio d'ore. la tua coinquilina quel giorno che ti vide stressata te ne compro' una tornando a casa dal lavoro. e quella cheese cake vorresti averla qui, adesso.
o quando la mattina con l'odore di sonno ancora addosso il primo pensiero corre a quelle colazioni che c'era lo strato di crumpets e poi la sottiletta e poi la fetta di prosciutto e poi il microonde faceva il suo lavoro, mentre preparavi il bollitore per il caffe' americano pensando a cornetto e cappucino e scuotendo la testa. e quei crumpets vorresti averli qui, adesso.
oppure con gli occhi che affogavano nella passione del tuo primo amore brandivi i chuar di maiale vitello funghi patate mantou, e un meteorite avrebbe potuto schiantarsi sulla cina intera che pur di difendere quei momenti di tua folle passione, l'avresti infilzato con gli ottanta spiedini, li seduta su quel seggiolino. e quei chuar vorresti averli qui, adesso.
e ancora le domeniche adolescenziali che il trucco ti arriva ai piedi, ma la tavola era pronta e quella carbonara ti salvava la vita, tua mamma ti salvava la vita, e poi te la salvava l'arrosto. e quelle carbonare, quegli arrosti, vorresti averli qui, adesso.
e con la tuta larga grigia, il cappuccio, la pioggerella, l'ascensore, quei dieci metri d'asfato, in camera il film che si carica, quando entri, ordini sicura, butter chicken, saag lamb. ti siedi aspetti con il libro sulle gambe, ma il film bolliwoodiano cattura l'attenzione. L'asporto. che grande invenzione. quella sera e' tutta tua, di nessun altro. sai che mangerai sul letto con il computer e il butter chicken sulle gambe e sai che sara' perfetto. e quell'butter chicken e quell saag lamb vorresti averli qui, adesso.

e mi sono affezionata a quei cibi, perche' mi sono affezionata a certe emozioni che in altro modo non saprei forse spiegare.

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