sabato 23 luglio 2011

il vento tira forte stanotte.

osiglia babe.

che poi io, in fin dei conti, volevo finire a bormida. in quella casa che marcisce ogni giorno. in quella casa che puzza di millepiedi, ed e' sporca ed e' brutta e la lavatrice di trent'anni fa che non funziona e gli scoiattoli fanno ogni notte la danza tribale in mansarda. ma cari miei, una via lattea così' voi non l avete mai vista. l'odore di bormida. mi vien da piangere solo a pensarci. di libri gialli umidi, di foglie di castagno di polvere e millepiedi, profumo di nuvole appena strizzate, di armadio vecchio e di maglioni indossati. bormida senza speranza. bormida rimarrà alle cavallette e nei ricordi. in tutte quelle pedalate. morirà' tra gli abeti e di fronte alle ortensie. l'unica croce che abbia mai baciato, sta li sopra, che di partigiani ne son morti tanti in mezzo a quei boschi. e di funghi ne nascono altrettanti. oggi si va via e non si torna più. si risale quel sentiero nascosto e impervio solo per tenersi aggrappati. tenersi aggrappati a quell'odore di millepiedi, a quel cielo che ti lascia la gola secca. gli americani si son presi il posticino dove nascono i mirtilli, pero' a noi importa poco, scavalchiamo il filo spinato e se ci beccano la parola d'ordine rimane sempre la stessa. ma non ve la dico. una volta ho visto addirittura la corsica, ma era di quelle giornate che sono un premio, che non succedono più'. e comunque bormida e' la mia casa, anche se non ci ho mai vissuto, e quegli abeti sono i miei fratelli. e se ritrovo le due pistole me le porto giù', che se io sono qui adesso e' perché' anni fa con il mio accento piemontese giravo per i prati con due pistole infilate nei jeans.

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