martedì 22 novembre 2011

e questo giorno vomiti tutto,
vomiti come un disperato,
come il turista che si beve l'acqua del gange,
come il ragazzino ubriaco.
vomiti dalla bocca,
dal naso, dagli occhi,
non te ne accorgi ma il vomito esce dalle orecchie.
e vorresti crollare senza sensi
che il corpo continua a rigettare tutto,
ma non finisce mai.
le pause durano il tempo di un conato.
ed e' tutto fuori,
un altra volta.
mi chiedo quando bastera',
quando saro' asciutta.
e non riesci a pensare ad altro,
che la testa ti sembra piena di quella poltiglia,
e il corpo teso in uno sforzo cosmico.
non ho piu' coscienza, no,
ubbidisco solo ai muscoli quando si contraggono,
spietati
e rilasciano.
come il ragazzino ubriaco,
vede la fine,
e non la vede.
e tutto questo vomito che sale e sale,
ma da dove ritorna?
dalla pancia,
dalla pelle,
arriva dai polpacci,
dalle punte dei capelli,
arriva dal caffe' in autogrill,
e poi dal tappeto in mansarda,
ritorna acido, strozzante,
dai polpastrelli, da una cameretta in montagna,
esce prepotentemente dal naso,
si era nascosto li' sui sedili di una macchina,
di due tre, quattro macchine.
succhi gastrici che piovono selvaggiamente,
li hai respirati,
mi hanno attaccato quando dormivo sotto le coperte,
quando piangevo, mi ubriacavo,
mi sono venuti addosso,
adesso escono dappertutto.
escono i mostri,
e io giuro non ce la faccio mica.
adesso preghi qualcuno,
che faccia quietare il dolore,
di questo corpo,
di questa spugna.
hai paura che cosi' vomiterai l'intestino intero,
vorresti vomitare l'intestino intero.
eppure non e' per stasera.
stasera vomiti come un ragazzino ubriaco.

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