mercoledì 14 ottobre 2009

la costanza è anke dedizione, ma soprattutto costrizione. significa prendersi per il colletto e minacciarsi o fare leva sui propri sensi di colpa.

dunque, una cosa ke mi piace abbastanza sono le conversazioni. non le mie ma quelle degli altri. mi piacciono soprattutto se io non ho niente a ke spartire con quel dialogo e ancor di più se non conosco gli interlocutori.
allora ieri mi siedo su una pankina sbocconcellando il mio paninetto chicken e avocado, fuori dall'università, sollevata dal mio terzo semi esame e con la voglia di kiakkierare con qualkuno perkè si sa ke appena finito un esame si deve rompere le palle agli altri esseri umani e se non per lamentarsi almeno per sfogarsi un po'. ovviamente io se non mi si rivolge parola, non sono molto in gamba ad attaccare discorso così randomly. il ragazzo seduto accanto a me invece si. il ragazzo ke si kiama drago di neve o neve di drago o semplicemente neve drago si rivolge alla ragazza ke invece è seduta di fronte a me. lei al contrario si kiama bella e intelligente. io ke mi kiamo viola e basta ho subito pensato ke avrei tanto voluto avere dei genitori orientali. insomma, il ragazzo ha l aspetto orientale mangia un piatto arabo ma appena apre bokka si capisce immediatamente ke la sua giovane vita l'ha trascorsa in australia. anke la ragazza ha i tratti dell'estremo est, studia e mi ci vuole poko a capire dalle unghie dipinte assurdamente dal taglio di capelli e dall accento ke è giapponese o koreana. koreana per l'appunto, ma vissuta in giappone per un bel pezzo. neve drago esordisce, rivolgendosi a bella e intelligente, con un'interessante questione: non è ke per caso sai a ke ora kiude questo bar? io dal canto mio, da brava italiana non posso far altro ke pensare ke nevedrago è partito all'attacco e rifletto sull' ingenua pateticità del primo approcio. e invece verrò poi sorprendentemente smentita. dopo una decina di minuti di intensa conversazione condita di domande risposte affermazioni prese in giro, classico approcio occidentale, nevedrago finisce il suo kebab e semplicemente senza mezzi termini o mezze insinuazioni saluta bella intelligente con uno spiazzante nice to meet you. poi scompare. senza numero di telefono senza un semi appuntamento senza sapere se lei vive in campus, senza kiederle ke avrebbe fatto la sera stessa, senza invitarla a prendere qualkosa da bere.
come ho già detto son rimasta piacevolmente sorpresa in quanto trovo la cosa molto romantica ed esistenzialista da un certo punto di vista. due ragazzi ke si incontrano e si scambiano un millesimo della propria vita in una manciata di minuti senza ke sia mai esistito un prima senza il pensiero del poi. ed è qui ke entra in gioco la conversazione. drago è di origine cinese ma non è mai stato in giappone, bellaintelligente è koreana-giapponese ma mai stata in cina, parlano dei fiori di cigliegio giapponesi e della costa cinese, di perkè lei sta sottolineando un libro sul terrorismo quando invece studia contabilità e del fatto ke le uova strapazzate assomiglino ad un cervello, dell australia ke dopo cinque anni diventa noiosa, di come si dice bu ke qi in koreano, del corso post-graduate, delle unghie fosforescenti di lei, delle stazioni di tokyo, del significato dei loro nomi, del fatto ke una ragazza non può essere sia bella ke intelligente e ke deve scegliere quale aggettivo tenersi. io in disparte con il mio sandwich mi godevo il ruolo da esterno-interno. avvolte ascoltare rende più ke partecipare, esistono un sacco di fattori ke partecipando al dialogo sfuggono. un ascoltatore è più bravo a captare le sottigliezze come le espressioni non solo linguistiche ma anke facciali di ki parla. un ascoltatore esterno, per quanto il dialogo possa apparire superficiale, ha più tempo per riflettere su quello ke sente, non deve essere pronto a preparare una risposta e ripeterla in un arco di tempo consuetudinariamente predefinito. e da una conversazione fra studenti in pausa pranzo io ho riflettuto poi durante tutto il percorso per tornare a casa e lo faccio anke in questo momento.ed è gratificante anke trarre conclusioni errate o meno ke siano. è stato in qualke modo spiazzante rimproverare la mia malizia, ma allo stesso modo avvolte ci si rende conto ke anke non avere ragione da le sue soprese positive. è stato bello quando mi sono accorta ke io sapevo cosa voleva dire bu ke qi, ma ke avrei anke voluto vedere i cigliegi e la stazioni giapponesi. forse viaggiare è emzionante per questo? perkè due individui sconosciuti parlano di qualkosa ke puoi comprendere anke tu? perkè sorridi tra te e te e sai di sapere cosa vuol dire bu ke qi. perkè domani sorriderai quando in metropolitana dall altra parte del mondo sentirai dire ke in australia vanno al supermercato a piedi scalzi e tu appunto sorriderai, perkè comprendi cosa intendono e una piccola parte di te si sente fiera per questo sapere.
domani mattina forse mangerò le uova strapazzate e forse penserò ke assomigliano ad un cervello...il mio...

e cmq bu ke qi vuol dire solo prego, ke si dice dopo il grazie. nulla di ke...

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