martedì 13 luglio 2010

da da da gu gu gu zum...
massacro di zanzare in una mansarda sauna. sono sangue da macello.
tengo una cavalletta verde come ostaggio. le do da bere e cerco di tenerla all ombra. non la libero perke' e' una cavalletta esagitata, la dovrei prendere in mano ma lei appena mi avvicino va in crisi epilettica e mi fa prendere male.
mi sono comprata 6 ceres ed una bottiglia di vinello rosato. senza motivo. non esco con chi ha finito gli esami e va in aula di statistica a preparare la tesi. non esco a prendere un po di fresco. non esco ad inciampare sui sampietrini. esco.
in riva al lago ed in lontananza quella sottospecie di tempietto bianco marmoreo con il sole ke casca giu', l acqua troppo ferma per essere fluida i rami troppo decadenti per non essere in una poesia. una camminata filosofica dove non c'e' sentiero ma solo rocce pietre e sabbia il respiro forte a narici strette come estrema forma di ricordo, una lacrima come patetica forma di omaggio. il desiderio di spezzare questa recita poco teatrale, ti tiri giu' i pantaloni e pisci in riva al lago e sorridi non tanto per i fili d erba ke ti solleticano le natiche, quantopiu' anke stavolta sei riuscita a raggiungere una forma di nirvana compromesso. appena tornerai alla macchina questo nirvana zoppicante ti lascera' in pace e potrai tornare ai tuoi ragionamenti vincenti nella loro comicita' da pagliaccio. ma comunque la visione di una montagna dalla cima innevata ke si scaglia in un enorme forma d acqua ti ripaga pienamente e puoi tornare a truccarti. continui ancora a voltarti peggiorando la situazione, stringi le palpebre e focalizzi il tempietto bianco, l insenatura selvaggia, il tronco ad arco l impronta della tua scarpa e' tutto in quel respiro.
ma poi in fondo il peggio e' sempre quando ti pungono sulle mani, le zanzare.

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